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Harlan è una delle più grandi e importanti multinazionali della vivisezione del pianeta. E' presente in 4 continenti e offre i suoi servizi a un numero imprecisato di laboratori pubblici e privati, università, aziende farmaceutiche, ospedali e allevamenti in decide di paesi del mondo. In Italia si occupa prevalentemente di sperimentazione per conto terzi e allevamento di animali destinati alla vivisezione: topi, ratti, conigli, cavie, primati e altri grandi mammiferi. Fa stallo per il trasferimento di cani beagle, ma non li alleva (a differenza che in Francia e Germania). La specialità del gruppo è la "produzione" di animali geneticamente modificati per un migliore utilizzo nella sperimentazione. Un esempio sono gli animali "programmati" a sviluppare il cancro o con difese immunitarie "adatte" all'inoculazione dei virus della polio e del vaiolo delle scimmie. Fermiamo Harlan si è messa di traverso.

mercoledì 20 luglio 2011

Risposta dell'enpa

Con il consenso dell'enpa pubblichiamo la risposta che abbiamo ricevuto:


Attesa (CON ANSIA) Vostra Pubblicazione su Vostro Blog e Facebook

ECCO DI SEGUITO LA RISPOSTA CHE RICHIEDAVATE ...
CERTO CHE METTERE LA RICHIESTA IN CONTESTI DOVE NON E' POSSIBILE RISPONDERE DIRETTAMENTE NON E' CERTO CORRETTISSIMO ...
COMUNQUE ATTENDIAMO CON ANSIA LA VOSTRA PUBBLICAZIONE.
SALUTI.


Abbiamo letto la vostra segnalazione ed, immediatamente, eliminato il recapito, con immediatezza e tempestività (alla faccia di chi dice "non risponderanno mai ..."). Come comprenderete, in centinaia di riferimenti, elenchi, contatti nello sviluppo del progetto "vacanze bestiali", nonostante i controlli, le sviste sono dietro l'angolo. Siamo sempre disponibili a recepire le segnalazioni pacate e costruttive, nonchè a metterci in discussione.

Certo, la cosa antipatica e un po' squallida è il metodo della lettera aperta e pubblica: non fa altro che creare sterili polemiche e strascichi, che fanno male alla causa animalista, attirando e rinfocolando quella frammentazione in mille sigle (composte mediamente da 3/5 persone) che fanno apparire il fronte unito e forte contro il maltrattamento animale una costellazione "sfigata" a tutto favore dei nostri detrattori, dei maltrattatori e dei vivisettori.

Un pubblico che salta pregiudizialmente ed ingiustificatamente a conclusioni di collusione, volontà maliziosa e quant'altro, normalmente nascondendosi dietro sigle fantasiose, comitati autogestiti, coordinamenti autoreferenziali che hanno molto tempo per "vivisezionare" iniziative ed attività altrui e poco per realizzarne. Ci spiace, ma preferiamo quest'ultima opzione, anche rischiando qualche errore, al motto di "chi non fa non sbaglia" ... e parlando con nomi e cognomi ...

Saluti.

Marco Bravi
Responsabile Comunicazione e Sviluppo
ENPA - Ente Nazionale Protezione Animali

martedì 19 luglio 2011

LETTERA APERTA ALL'ENPA - Coordinamento Fermiamo Harlan

Gentile Ente Nazionale Protezione Animali,

è con curiosità – una curiosità che limita con l’incredulità – che vi
scriviamo questa lettera aperta per avere alcune risposte circa una
questione tanto seria quanto appunto incredibile. La curiosità con cui
vi scriviamo è altrettanto seria.

Ci piacerebbe sapere quanto siano considerati da voi luoghi ospitali
per gli animali gli allevamenti, i laboratori e gli stabulari della
Harlan, multinazionale che si occupa con zelo e inventiva di
produrre animali per la vivisezione e di venderli in quattro
continenti a prezzi altamente concorrenziali e vantaggiosi per i
vivisettori. Zelo e inventiva, dicevamo, non a caso: Harlan è infatti
soprattutto all’avanguardia nella produzione di animali geneticamente
modificati in modo da risultare decisamente più utili e comodi per le
sperimentazioni a cui sono destinati: animali modificati per
sviluppare vari tipi di cancro o particolari sistemi immunitari adatti
all’inoculazione dei virus della polio e del cosiddetto “vaiolo delle
scimmie”; altri adatti alla “sperimentazione chirurgica”.

Ve lo chiediamo, dato che fra i luoghi che voi consigliate come
“pensioni estive” nel progetto “Vacanze Bestiali” figura Harlan
Laboratories Srl a Bresso in Via Lillo del Duca 10.

Un luogo e una via che noi di Fermiamo Harlan – chiediamo venia per il
nome così poco fantasioso, che non permette colpi di scena –
conosciamo purtroppo molto bene, dato che vi abbiamo organizzato un
corteo e un presidio, guarda caso contro l’azienda in questione.
Certo, gli stabilimenti di Bresso, ospitati con discrezione dalla
Farmaceutica Zambon, non fanno l’impressione cupa e un po’
apocalittica di quelli di Correzzana, provincia di Monza e Brianza,
spaventosi già solo per la loro imponenza.

E’ forse questa aura di “locus amenus”, di “hortus conclusus”, forse
di “giardino delle delizie”, che gli stabilimenti di Bresso, in
confronto a quelli di Correzzana ovviamente, sembrano ispirare, ad
avervi convinto a suggerirlo pubblicamente come ospitale pensione per
animali a chi deve partire per la vacanze, ed è impedito a portarsi
dietro l’amico quadrupede a causa di regolamenti e direttive assurdi e
bizantini di alberghi, residence, spiagge, parchi e via dicendo?

Vi chiediamo se c’è di mezzo una tale sorta di “incantamento”
irrazionale nella vostra scelta, di sortilegio, perché altrimenti
faticheremmo a capire come un’organizzazione nominata nientemeno che
Ente Nazionale Proteziona Animali possa consigliare a padroni di
animali di affidare la vita dei loro amici a quattro zampe ad una
multinazionale che si occupa – direttamente e indirettamente – di
torturarli e ucciderli, gli animali non umani.

Lontanissimo da noi ovviamente pensare che con qualche astuto inganno
e grazie a qualche cavillo legale, magari ad integrazione a qualche
comma di qualche articolo di qualche legge o regolamento od ordinanza,
qualcuno di quegli amici a quattro zampe finisca ad essere infettato
con la peste bubbonica o impiantato con elettrodi al cervello per
indagare l’inibizione dell’attività sessuale in regime di reclusione
coatta, o via dicendo.

Nonostante la certezza dell’impossibilità di tali inaudite
eventualità, ci pare ugualmente inspiegabile che chi si occupa di
Protezione degli Animali possa finire a braccetto con chi gli animali
non umani li considera meri oggetti manipolabili fino all’intimità del
genoma e merce da vendere su un mercato, che, con buona parte della
retorica, si può solo definire solamente di morte e tortura.


Dunque ripetiamo la domanda, con tutto il suo carico di dovuta
retorica: come è possibile che chi giornalmente si occupa di
soccorrere e curare gatti, conigli, uccelli di ogni specie,
tartarughe, serpenti e lucertole, mettendoci tutta l’energia e il
tempo di cui dispone – e pure di più, e certamente molto tempo ed
energie e volontari, non retribuiti – possa prestarsi ad un’operazione
di “lavaggio morale” osceno e inaccettabile di una multinazionale del
massacro animale, un po’ come McDonald’s e Nestlé che raccolgono soldi
per i “bambini che muoiono di fame” nel cosiddetto Terzo Mondo?

Oppure siamo ormai convinti che la cura di animali “da compagnia”,
“esotici” o “in via d’estinzione” possa pacificamente convivere con
l’utilizzo di milioni di “altri” come oggetto di manipolazione
scientifica, “altri” senza nome a cui si può infliggere dolore fisico
ed emotivo, reclusione a vita, distruzione dell’integrità corporea e
psichica?

Un po’ come se noi di Fermiamo Harlan, alla fine delle nostre
proteste, andassimo tutti a farci un bella grigliata di carne:
l’importante è che la mano destra non sappia quello che fa la
sinistra?

Attendiamo una vostra risposta con una certa ansia.

Intanti vi porgiamo i più distinti saluti e i migliori auguri di buon lavoro.


Coordinamento Fermiamo Harlan