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Harlan è una delle più grandi e importanti multinazionali della vivisezione del pianeta. E' presente in 4 continenti e offre i suoi servizi a un numero imprecisato di laboratori pubblici e privati, università, aziende farmaceutiche, ospedali e allevamenti in decide di paesi del mondo. In Italia si occupa prevalentemente di sperimentazione per conto terzi e allevamento di animali destinati alla vivisezione: topi, ratti, conigli, cavie, primati e altri grandi mammiferi. Fa stallo per il trasferimento di cani beagle, ma non li alleva (a differenza che in Francia e Germania). La specialità del gruppo è la "produzione" di animali geneticamente modificati per un migliore utilizzo nella sperimentazione. Un esempio sono gli animali "programmati" a sviluppare il cancro o con difese immunitarie "adatte" all'inoculazione dei virus della polio e del vaiolo delle scimmie. Fermiamo Harlan si è messa di traverso.

martedì 19 luglio 2011

LETTERA APERTA ALL'ENPA - Coordinamento Fermiamo Harlan

Gentile Ente Nazionale Protezione Animali,

è con curiosità – una curiosità che limita con l’incredulità – che vi
scriviamo questa lettera aperta per avere alcune risposte circa una
questione tanto seria quanto appunto incredibile. La curiosità con cui
vi scriviamo è altrettanto seria.

Ci piacerebbe sapere quanto siano considerati da voi luoghi ospitali
per gli animali gli allevamenti, i laboratori e gli stabulari della
Harlan, multinazionale che si occupa con zelo e inventiva di
produrre animali per la vivisezione e di venderli in quattro
continenti a prezzi altamente concorrenziali e vantaggiosi per i
vivisettori. Zelo e inventiva, dicevamo, non a caso: Harlan è infatti
soprattutto all’avanguardia nella produzione di animali geneticamente
modificati in modo da risultare decisamente più utili e comodi per le
sperimentazioni a cui sono destinati: animali modificati per
sviluppare vari tipi di cancro o particolari sistemi immunitari adatti
all’inoculazione dei virus della polio e del cosiddetto “vaiolo delle
scimmie”; altri adatti alla “sperimentazione chirurgica”.

Ve lo chiediamo, dato che fra i luoghi che voi consigliate come
“pensioni estive” nel progetto “Vacanze Bestiali” figura Harlan
Laboratories Srl a Bresso in Via Lillo del Duca 10.

Un luogo e una via che noi di Fermiamo Harlan – chiediamo venia per il
nome così poco fantasioso, che non permette colpi di scena –
conosciamo purtroppo molto bene, dato che vi abbiamo organizzato un
corteo e un presidio, guarda caso contro l’azienda in questione.
Certo, gli stabilimenti di Bresso, ospitati con discrezione dalla
Farmaceutica Zambon, non fanno l’impressione cupa e un po’
apocalittica di quelli di Correzzana, provincia di Monza e Brianza,
spaventosi già solo per la loro imponenza.

E’ forse questa aura di “locus amenus”, di “hortus conclusus”, forse
di “giardino delle delizie”, che gli stabilimenti di Bresso, in
confronto a quelli di Correzzana ovviamente, sembrano ispirare, ad
avervi convinto a suggerirlo pubblicamente come ospitale pensione per
animali a chi deve partire per la vacanze, ed è impedito a portarsi
dietro l’amico quadrupede a causa di regolamenti e direttive assurdi e
bizantini di alberghi, residence, spiagge, parchi e via dicendo?

Vi chiediamo se c’è di mezzo una tale sorta di “incantamento”
irrazionale nella vostra scelta, di sortilegio, perché altrimenti
faticheremmo a capire come un’organizzazione nominata nientemeno che
Ente Nazionale Proteziona Animali possa consigliare a padroni di
animali di affidare la vita dei loro amici a quattro zampe ad una
multinazionale che si occupa – direttamente e indirettamente – di
torturarli e ucciderli, gli animali non umani.

Lontanissimo da noi ovviamente pensare che con qualche astuto inganno
e grazie a qualche cavillo legale, magari ad integrazione a qualche
comma di qualche articolo di qualche legge o regolamento od ordinanza,
qualcuno di quegli amici a quattro zampe finisca ad essere infettato
con la peste bubbonica o impiantato con elettrodi al cervello per
indagare l’inibizione dell’attività sessuale in regime di reclusione
coatta, o via dicendo.

Nonostante la certezza dell’impossibilità di tali inaudite
eventualità, ci pare ugualmente inspiegabile che chi si occupa di
Protezione degli Animali possa finire a braccetto con chi gli animali
non umani li considera meri oggetti manipolabili fino all’intimità del
genoma e merce da vendere su un mercato, che, con buona parte della
retorica, si può solo definire solamente di morte e tortura.


Dunque ripetiamo la domanda, con tutto il suo carico di dovuta
retorica: come è possibile che chi giornalmente si occupa di
soccorrere e curare gatti, conigli, uccelli di ogni specie,
tartarughe, serpenti e lucertole, mettendoci tutta l’energia e il
tempo di cui dispone – e pure di più, e certamente molto tempo ed
energie e volontari, non retribuiti – possa prestarsi ad un’operazione
di “lavaggio morale” osceno e inaccettabile di una multinazionale del
massacro animale, un po’ come McDonald’s e Nestlé che raccolgono soldi
per i “bambini che muoiono di fame” nel cosiddetto Terzo Mondo?

Oppure siamo ormai convinti che la cura di animali “da compagnia”,
“esotici” o “in via d’estinzione” possa pacificamente convivere con
l’utilizzo di milioni di “altri” come oggetto di manipolazione
scientifica, “altri” senza nome a cui si può infliggere dolore fisico
ed emotivo, reclusione a vita, distruzione dell’integrità corporea e
psichica?

Un po’ come se noi di Fermiamo Harlan, alla fine delle nostre
proteste, andassimo tutti a farci un bella grigliata di carne:
l’importante è che la mano destra non sappia quello che fa la
sinistra?

Attendiamo una vostra risposta con una certa ansia.

Intanti vi porgiamo i più distinti saluti e i migliori auguri di buon lavoro.


Coordinamento Fermiamo Harlan

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